Dario Fo e Franca Rame

Franca Rame e Dario Fo

Biografia completa

1951

Teatro Odeon, Milano - Sette giorni a Milano di Spiller e Carosso Rivista teatrale estiva. Tournée Compagnia Nava-Parenti, tra gli altri Franca Rame e Dario Fo, che ha un successo personale con il monologo Caino e Abele.

(Da un’intervista a Dario Fo tratta da Fabulazzo Osceno :
"Non è vero, come dicono, che mi rivolgo soltanto agli intellettuali. Caso mai gli intellettuali godono di una certa parte dello spettacolo mentre gli altri, i semplici, s'accontentano dì una comicità più diretta divertendosi lo stesso. Quando agli inizi della carriera recitavo i monologhi di Caino e Abele, c’era chi rideva solo per ciò che vedeva e sentiva, per le variazioni di tono, per quel che c’era di grottesco, per i modi di dire. I 'veloci di mente' si divertivano invece per il capovolgimento della situazione, per la trasposizione del dramma biblico in favore di Caino. Caino era l’uomo; l’altro era il santo. E io amavo più l’uomo imperfetto, con le sue rabbie e i suoi dolori, che non Abele, saggio e infallibile. Fin dai tempi de I Sani da legare e de Il dito nell’occhio ho sempre odiato gli eroi dipinti, il pompierismo, i personaggi tabù, gli intoccabili, le mummie sterilizzate della storia. E questa simpatia per l’uomo con i suoi difetti è la chiave del mio teatro". Franca è senz’altro la più affascinante tra le scritturate. Dario ne è fortemente attratto ma nello stesso tempo si è convinto che non gli sia possibile entrare in lizza con quell’agguerrito stuolo di corteggiatori che le ronzano intorno. Decide quindi di adottare una tecnica di corteggiamento del tutto anomala: la ignora completamente. Dopo qualche settimana, durante il periodo di prove dello spettacolo lei, piccata, lo blocca dietro le quinte dell’allora teatro Colosseo, e gli stampa un gran bacio sulla bocca. È facilmente immaginabile il completo stordimento di Dario causato da quel gesto in contropiede, o contro-labbra! Da quel momento i due non si staccheranno mai uno dall’altra.

(Da un’intervista a Dario Fo tratta da Fabulazzo Osceno :
"Franca Rame, la ragazza bellissima, esuberante, corteggiata e dalla pelle di luna che m’ha aspettato dietro le quinte di un teatro, m’ha attirato a sé, e m’ha baciato. Non era che non mi fossi accorto di lei: era impossibile. Franca era di una tale bellezza, che tutti ne erano pazzi. Per giunta, aveva un fidanzato, ed era continuamente inseguita da nugoli di uomini disposti a qualsiasi sciocchezza per lei. Io non volevo neppure mettermi in lizza. Mi dicevo: con tutti quei mosconi, neanche mi vede. Lavoravo come un matto, non volevo pensare a lei. Anzi, se ci pensavo, mi dicevo: alt pericolo fuggire via non girarsi neanche indietro per non diventare di sale! È stata lei ad acchiapparmi. Quel bacio mi ha tramortito. Se ci penso, non mi sono ripreso neanche adesso che sono passati più di trent’anni. Ci siamo sposati, per giunta, in chiesa. A Sant’Ambrogio, con tanto di canti gregoriani e cerimonia solenne, commovente e toccante. Prima di sposarmi, mi aveva anche lasciato un paio di volte. Una volta, sembrava per sempre. Era diventata celebre, la chiamavano la Hayworth italiana, Antonioni la voleva in Cronache di poveri amanti, l’avevano scritturata come soubrettona in un varietà pieno di piume. E lei mi ha lasciato. E io ho pianto. E ho dovuto aspettare che ci ritrovassimo di nuovo insieme ne Il dito nell’occhio per riconquistarla".







a sinistra:
fotografia di scena
dalla rivista Cocoricò


a destra:
Dario Fo con Franco Parenti
ne Il dito nell'occhio

Franca nella rivista con le Nava copre il ruolo di 'bellissima soubrettona' recitante. La differenza tra soubrettine e soubrettone era che queste ultime, non avevano l’obbligo di mettersi in ‘puntino’ (due fiori a coprire i capezzoli e un minuscolo slip simile all’attuale tanga).

a sinistra: copertina dell'edizione pubblicata dalla casa editrice Ottaviano del testo di Poer Nano, il disegno è di Jacopo Fo
a destra: la prima copertina di Franca per il settimanale La settimana Incom

Dario nello spettacolo, oltre a interpretare piccoli ruoli d’appoggio, esegue il monologo Il pòer nano ottenendo un buon successo. Viene così invitato dalla RAI a partecipare alla trasmissione radiofonica Chicchirichì con Franco Parenti. Raggiunge una certa notorietà recitando i suoi monologhi in chiave satirico-grottesca su protagonisti legati alla tradizione popolare sia della Bibbia che di opere liriche. Realizza in grottesco le storie di Caino e Abele, Sansone e Dalila, Abramo e Isacco, Giulietta e Romeo, Mosè, Otello e altri. Questo suo nuovo linguaggio sovverte i rapporti della retorica narrativa "ufficiale". È l'inizio di un lavoro che più tardi sarà sviluppato in Mistero Buffo (video) con rivisitazioni della storia e intromissioni nella leggenda popolare. In questo periodo Dario fa conoscenza con la censura. Le sue esibizioni vengono bloccate: i dirigenti Rai alla diciottesima puntata, si accorgono della satira sociale e politica che scaturisce da queste apparentemente candide storie. Dopo un anno dalla censura di Poer nano, (video) la Rai ci ripensa e offre a Dario Fo la possibilità di tornare a partecipare a Chicchirichì, ma questa volta i testi non saranno scritti da lui, bensì da altri due autori, Simonetta e Zucconi: Dario collaborerà, ma senza apparire. Il personaggio del monologo che dovrà eseguire si chiama Gorgogliati, un impiegato succube del capoufficio e di chicchessia, che senza dignità alcuna si trova sempre d’accordo col pensiero di ognuno e che di conseguenza passa imbelle e adulatorio da un'opinione ad un’altra completamente opposta. Anche questa volta il successo è notevole.

1952

fotografia del film "Lo sai che i papaveri" con Walter Chiari e Franca Rame fotografia della rivista "I fanatici" della Compagnia Teatrale Billi e Riva: partecipa anche Franca Rame

Roma, film Lo sai che i papaveri (video) di Marcello Marchesi con Walter Chiari e Franca Rame.

Milano, Teatro Odeon rivista teatrale Cocoricò con Vichy Anderson, Dario Fo e Giustino Durano ed altri.
Lo spettacolo, dato il grande successo, durante la stagione invernale sarà portato in tournée.

Settembre/Maggio - Milano, Teatro Nuovo, rivista Billi e Riva in I fanatici di Marchesi e Mez, musiche di Kramer. Tournée. Franca Rame fa parte della Compagnia, scritturata dall’impresario teatrale più importante d’Italia, Remigio Paone.

1953

Ragazzi in gamba, 1953

Ragazzi in gamba, trasmissione televisiva RAI 1 con Dario Fo e Giustino Durano per la regia di Claudio Fino. Il programma per ragazzi va in onda per dieci puntate. Fo con Franco Parenti e Giustino Durano scrive, dirige e interpreta questo spettacolo satirico, musicato e mimato. Sue sono anche le scene e i costumi. Il famoso maestro di mimo Jacques Lecoq, allora giovanissimo, collabora allo spettacolo curandone le pantomime.

(Da un’intervista a Dario Fo tratta da Fabulazzo Osceno Kaos Editore):
"Ai critici devo molto. All’inizio no, se devo essere sincero. All’inizio a capirmi sono stati in due. Non dico due tanto per dire un numero. No, sono stati veramente due. Due, su una buona trentina. Dopo invece no. Dopo Il dito nell’occhio, sono diventati quattro. Cioè, mi spiego. Quattro a Milano. A Milano sono stati quattro ad accorgersi del Dito nell’occhio e a parlarne bene. Qualcuno poi è tornato a rivedere lo spettacolo quindici giorni dopo e ha riscritto il pezzo ammettendo di avere sbagliato. Così, dopo tre mesi consecutivi a Milano, nelle altre città c’è stato un osanna generale. L’anno dopo hanno fatto un passo indietro. Si sono rimangiati quello che avevano scritto in precedenza. Non parlo dei critici di Milano, né di quelli di Torino o di Genova: l’attacco è cominciato da Firenze in giù e credo per motivi politici. Era come se la stessa velina girasse per le redazioni dei giornali. Lo dico tranquillamente: non sarebbe possibile in altro modo spiegare la rassomiglianza degli articoli. Ai critici, dicevo, devo molto. Senza di loro sarei rimasto forse in certi limiti. Questa polemica a palleggio, il continuo dire sì e no, mi sono serviti moltissimo. Ma la spinta vera è venuta dal pubblico. Se il pubblico non avesse detto di sì sarei andato all’aria. Oggi non esisterei. Che poi la critica si sia accorta della sua gaffe e correggendo le sue posizioni mi sia stata di aiuto è un’altra faccenda. Ma per noi, per me, per Durano, per Parenti, la base di tutto è stato il pubblico."

Alcune immagini di scena de Il dito nell'occhio in cui si vedono Fo, Durano e Parenti

Il successo è straripante. Il dito nell’occhio viene replicato per ben 3 mesi consecutivi al Piccolo Teatro di Milano, quindi inizia una lunga tournèe per tutta Italia a cui partecipa anche Franca Rame, tournèe che raccoglie grande attenzione, applausi e approvazione da parte della critica dei quotidiani democratici, ma anche attacchi feroci da parte di quelli filo-governativi e palesemente reazionari.

Ecco, per fortuna in ritardo, arrivare l’intervento del controllo governativo, ecco che scatta la censura nella forma più subdola, si fa l’impossibile per bloccare la tournèe, con il risaputo espediente di creare difficoltà nel reperire teatri, specie quelli gestiti dall’ETI, Ente Teatrale Italiano di Stato, che aveva il compito di 'sostenere' le compagnie di giovani e di avanguardia, invece le boicottava.
Il Ministero dello spettacolo al tempo, era diretto da Giulio Andreotti. Pur di mandare all’aria la tournèe, vengono impiegati anche attivisti cattolici: i fedeli, con cartelli affissi sulle porte delle chiese, sono invitati a non assistere alla rappresentazione, prassi che perseguiterà per molti anni la Compagnia Fo-Rame. Nonostante tutto, la tournèe, pur dovendo superare notevoli disagi, riesce a svolgersi con grande successo.



Durante la tournée viene proposto a Franca un ruolo nel film Senso con Alida Valli, di Luchino Visconti. Nessuno saprà mai il perché, alla fine Franca non si sia sottoposta al provino, oltre tutto Visconti era pure un amico. Il ruolo offertole e rioffertole venne alla fine dato a Marcella Mariani, bellezza ben diversa da quella di Franca, bruna, occhi azzurri. Interessante riflettere su quanto è successo dopo, a film terminato. In occasione della prima Marcella Mariani parte in aereo per Bruxelles. Se Franca avesse interpretato quel film, ci sarebbe dovuta salire lei su quell’aereo. L’aereo è precipitato. Non s’è salvato nessuno.

1954

Milano - Piccolo Teatro: I sani da legare con Fo, Parenti e Durano. Anche questo spettacolo satirico dovrà affrontare le stesse difficoltà incontrate da Il dito nell’occhio: critiche feroci dalla destra, tentativi censori drastici e perentori da parte della Dc ai quali si rimediava usufruendo della gestualità e inserendo l’uso della pantomima evitando così i dialoghi censurabili. Anche questa volta si otterrà un notevole trionfo di pubblico. Durante la tournèe invernale la Compagnia porta in giro per l’Italia con I sani da legare anche Il dito nell’occhio. A questa seconda edizione Franca non partecipa. Causa? Il matrimonio con Dario e l’attesa di un bimbo.

24 giugno - Milano - Franca e Dario si sposano nella Basilica di Sant'Ambrogio.










(Fo ne Gli arcangeli non giocano al flipper del 1959 farà dire al protagonista: "...sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente").
Il 31 marzo del 1955 nasce a Roma il figlio della coppia: Jacopo.


Dopo tre mesi e mezzo di repliche con I sani da legare al Piccolo Teatro di Milano, si parte per la tournèe, prima nel nord Italia per poi raggiungere Roma. Franca, come abbiamo già detto, aspetta un bimbo che nascerà proprio nella capitale alla fine della tournèe.

Dario e Franca si trasferiscono a Roma, attirati dalla possibilità di fare cinema. Dario lavora come sceneggiatore 'gag-man' con Age, Scarpelli, Scola, Pinelli, per la Ponti-De Laurentis e altre produzioni. Franca interpreta una decina di film, cosiddetti 'di cassetta'.

Il 31 marzo nasce alla Clinica Salus di Roma Jacopo che pesa quasi 4 chili. Franca e Dario decidono di trasferirsi stabilmente a Roma. Acquistano un appartamento in via Nomentana.

Nel 1955 Fo scrive il soggetto cinematografico de Lo svitato (video)(di cui Cesare Zavattini è entusiasta), film che interpreterà con Franca Rame, per la regia di Carlo Lizzani. Alla stesura della sceneggiatura collaborano Fulvio Fo, Bruno Vailati e professionisti del calibro di Carlo Lizzani, Augusto Frassinetti, Massimo Mida. In autunno iniziano le riprese del film.

1956

Il 2 marzo nelle sale cinematografiche esce Lo svitato. La pellicola racconta di un apprendista reporter-fotografo pieno di energia, che concepisce il dar notizia come una gara di intraprendenza e rapidità. Fin dal suo risveglio si mette in moto correndo, superando tram, gettandosi a capofitto giù per le scale, distribuendo comunicati stampa con rapidità inaudita. Fanatico dell’efficienza, sempre alla ricerca dello scoop, perennemente in agguato per scoprire fatti di cronaca straordinari in una specie di sequenza spasmodica ed ossessiva. Si innamora di due ragazze allo stesso tempo. Tutto è sorretto da una fantasia surreale con riferimenti continui alla cronaca e alla satira politica e di costume. I giovani apprezzano il tema e l’azione paradossale che il film esprime, ma la maggior parte degli spettatori non è abituata a quel linguaggio. Di fatto, la proiezione del film si risolve in un insuccesso. Ma dopo una decina d’anni ecco che la pellicola viene riproiettata dalle cineteche e dai circoli culturali di tutta Europa, viene trasmessa più volte anche in televisione.

Dario Fo firma un'altra sceneggiatura, con Fulvio Fo, Augusto Frassinetti, Massimo Mida, Bruno Vailati, Carlo Lizzani: Le bizzarre avventure di Achille, fattorino che sogna di diventare un reporter. La regia ancora una volta è di Carlo Lizzani. Gli interpreti sono Dario Fo, Franca Rame, Giorgia Moll, Leo Pisani, Alberto Bonucci, Franco Parenti, Giustino Durano. Il giovane Achille è uno strano fattorino che nutre però grandi ambizioni: il suo sogno, infatti, è quello di diventare un famoso giornalista. Ma, svitato com'è, finisce addirittura con il farsi coinvolgere in uno sgangherato piano per rubare alcuni cani di razza. Una insolita e divertente commedia, firmata da un grande regista come Carlo Lizzani, che mette in luce tutto il talento comico di Dario Fo, perfetto nella parte dello stralunato fattorino, qui affiancato da una splendida Franca Rame e da attori di razza, come Franco Parenti nella parte del mostro dell'Emilia e di Giustino Durano.

Il 28 giugno Franca e Dario si trasferiscono momentaneamente a Milano per realizzare una trasmissione radiofonico dal titolo Non si vive di solo pane in dodici puntate. È un tentativo di ricucire il gruppo Durano-Fo-Parenti. I tre sono autori dei testi, oltre che interpreti dei dialoghi. Naturalmente, Franca partecipa come prima attrice, regia di Giulio Scarnicci, musiche di Fiorenzo Carpi.

Dopo Non si vive di solo pane Dario e Franca rientrano a Roma. A Dario è stato offerto dalla Ponti-De Laurentis un contratto per 2 anni, come sceneggiatore per alcuni film, tra i quali Le chiacchierate e Nata di marzo, di Antonio Pietrangeli. Tra gli sceneggiatori c’è lo stesso Pietrangeli, Tullio Pinelli, già stretto collaboratore in tutti i film di Federico Fellini, Age, Scarpelli e altri.

Bolzano - Teatro Stabile - Franca viene scritturata con il grande attore Memo Benassi per interpretare Gonerilla nella tragedia shakespeariana Re Lear. La regia è curata da Fantasio Piccoli, direttore dello Stabile. L’opera non andrà in scena per sopraggiunta grave malattia di Benassi.

1957

Locandina di
"Amarti è il mio destino"
Locandina di Rashel-fifi Servizio di copertina
dedicato a Franca Rame

Durante quest’anno, Franca interpreta alcuni film, così detti, 'di cassetta'. Amarti è il mio destino, film con il cantante Narciso Parisi, Lyla Rocco e Franca Rame Regia di Ferdinando Baldi. Caporale di giornata, film a episodi con Maurizio Arena e Franca Rame per la regia di Carlo Ludovico Bragaglia. Rascel-fifì film con Renato Rascel, Franca Rame e Dario Fo. Regia di Guido Leoni. Ricordiamo inoltre La zia d’America va a sciare e Amore a quattro dimensioni diretto da Massimo Mida.

Dario Fo e Guido Leoni scrivono il soggetto cinematografico: I balordi.

Roma, Teatro Arlecchino - Tutto il mondo ride Compagnia T58. Quattro atti unici di cui Non andartene in giro tutta nuda" di Feydeau interpretato da Franca Rame, Gianni Bonagura, Gianni Agus, Valeria Moriconi, Giusi Dandolo, Carlo Hinterman e altri. Successo personale di Franca.

Franca Rame con Raffaele Pisu e Antonella Steni in "Tre e simpatia"

Milano, Teatro Olimpia. Tre e simpatia di Amurri-Faele-Zapponi Rivista teatrale estiva con Franca Rame, Raffaele Pisu e Antonella Steni.

Dopo il notevole successo di Franca al Teatro Arlecchino di Roma, rinasce nella coppia Rame-Fo il desiderio di tornare a recitare in teatro per dare vita ad un nuovo spettacolo di atti unici. Dario scrive alcune farse surreali da allestire con un numero ristretto di attori con pantomime e canti.

Vendono la casa di Roma e tornano a Milano decisi a formare la loro compagnia, Compagnia Fo-Rame di cui Dario è autore, attore, regista, scenografo e costumista. Da questo momento Franca sarà la principale collaboratrice e interprete dei testi di Fo e inoltre si accollerà il compito di organizzatrice dell’impresa. Pia, sorella di Franca, si occuperà della realizzazione dei costumi, Enrico Rame e Fulvio Fo, dell’organizzazione e amministrazione: "tutto in famiglia" come ai bei tempi della Commedia dell’Arte o, se preferite, della Famiglia Rame.

Milano, Piccolo Teatro dal 6 giugno al 3 settembre: Ladri, manichini e donne nude, quattro atti unici:
- L'uomo nudo e l'uomo in frack
- Non tutti i ladri vengono per nuocere
- Gli imbianchini non hanno ricordi
- I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano
. Le quattro storie si avvalgono del classico gioco dell’equivoco, scambi di persone, scale infinite che attraversano la scena e gags clownesche.

Il 10 dicembre, in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino va in scena Comica finale, quattro atti unici:
- Quando sarai povero sarai re
- La Marcolfa
- Un morto da vendere
- I tre bravi. Brevi storie comiche, simili a quelle che la Famiglia Rame recitava alla fine dei suoi drammoni, le 'comiche finali' appunto.

Fotografie di scena di "Comica finale"

1958

Dario e Franca, terminato il contratto con lo Stabile, rilevano scene e costumi e portano lo spettacolo in tournée alternandolo con Ladri, manichini e donne nude con la loro Compagnia per altri 6 mesi. A tormentone riprende il solito boicottaggio governativo e dell’ETI (Ente teatrale italiano, che, come già abbiamo detto, ma non è mai male ricordarlo, dovrebbe appoggiare la nascita di compagnie di giovani autori), di conseguenza difficoltà a trovare teatri disposti ad ospitarli. Paolo Grassi, ancora direttore del Piccolo Teatro, viene in loro aiuto offrendo alla Compagnia Fo-Rame il Gerolamo di Milano, magnifico teatro 'all’italiana' dei primi dell’800 di soli 200 posti e con palchi, teatro dove solitamente si rappresentavano spettacoli di marionette. Tra varie difficoltà la tournèe termina il 3 giugno. Con Comica finale ottengono un successo strepitoso, tanto che il proprietario del più importante Teatro di Milano, l’Odeon, il comm. Papa, entusiasta, offre loro l’apertura della stagione successiva.
Dati statistici: Repliche di Ladri, manichini e donne nude: 76, Comica finale: 114, per un totale di 190 spettacoli, compresi i matiné e i lunedì (allora non esistevano i riposi settimanali).

1959

Dario Fo interpreta per Rai 1 Monetine da cinque lire, commedia in due atti di Paolo Emilio D’Emilio in cui Dario Fo interpreta il personaggio di Andrea Monzelli, un impiegato un po’ sfortunato perseguitato da quattromila monetine. Fo introduce nella storia le 'gags' del suo inesauribile repertorio e caratterizza a tal punto il suo personaggio e le situazioni, da superare con la mimica e col gioco dei toni le battute del testo, ottenendo così ottimi consensi da parte della critica.

Dario Fo scrive Il 999° dei mille: atto unico, che viene rappresentato a Milano il 20-9-59 al Teatro-circo Il Globo realizzato da Galassi Beria.

Dario Fo scrive, dirige e interpreta con Franca Rame Gli arcangeli non giocano a flipper, commedia in tre atti ispirata a un racconto di Augusto Frassinetti. La commedia debutta l’11 settembre al teatro Odeon di Milano e parte poi una tournèe per tutto l’anno seguente. È un successo a livello nazionale. La compagnia Fo-Rame è in testa agli incassi teatrali italiani: 192 repliche con una media giornaliera di quasi 500 spettatori. Riceve 192 denunce per non aver rispettato i tagli effettuati dalla censura, dopo la prova generale, ma stranamente non vi è alcuna conseguenza. Percorsi durante la stagione 8.153 Km!

Durante la tournée Fo scrive la Storia vera di Pietro D'angera, che alla crociata non c'era.
Una volta rientrato a Milano decide di metterlo in scena, ma in quel periodo lavora all’Odeon, un teatro che manca di soffitto. Si tratta quindi di un luogo in cui, a incominciare proprio dal volo di Piero, non si possono realizzare un notevole numero di situazioni sceniche. La commedia inoltre esige un numero di attori superiore a quello della compagnia di quel periodo (sono in dieci e ne servono almeno altri tredici), senza contare l’impossibilità di realizzare i pupazzi, i mascheroni e le macchine per i vari trucchi viste le loro scarse possibilità economiche.
Fo decide quindi di abbandonare il progetto e accantona l’opera stessa che verrà realizzata molti anni più tardi solo da altre compagnie con notevole successo.

1960

Dal 2 settembre 1960 - al 26 marzo 1961 - Al Teatro Odeon di Milano va in scena: Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri commedia in tre atti di Dario Fo. Storia ispirata dal famoso caso "Bruneri e Canella" lo smemorato di Collegno.
Dati statistici: rappresentato in 50 piazze, repliche: 206, media: 450 spettatori a recita, incasso lordo: £. 117.340.860.
Altre compagnie teatrali di tutta Europa mettono in scena Gli arcangeli non giocano a flipper, a Zagabria, Varsavia, Parigi, Praga riscuotendo sempre grande successo di pubblica e critica.


Foto di scena di "Chi ruba un piede è fortunato in amore"

1961

Mentre Dario e Franca stanno terminando il loro tour in Italia con Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri, va in scena a Parigi, Svezia e Polonia Comica finale e Ladri, manichini e donne nude.

8 settembre / 25 febbraio - Milano - Al Teatro Odeon debutta: Chi ruba un piede è fortunato in amore. Tournée.
Dati statistici: repliche 172, piazze 28, media presenze 461, incasso 107.742.262.

1962

10 maggio - RAI 2 - Chi l'ha visto? 6 puntate, rivista televisiva con Fo-Rame e altri.

Ottobre - Visto il grande successo televisivo lo stesso anno viene affidata alla coppia Rame-Fo la conduzione di Canzonissima, [video sigla di apertura] lo show [video sigla di chiusura] del sabato sera, la trasmissione più importante della televisione italiana. L’11 ottobre va in onda la prima puntata.
Gli sketch di Fo diventano un caso nazionale, scatenando violente polemiche. Nello spettacolo si trattano problemi legati alla vita reale come le malattie professionali dell’intera famiglia di una casellante, i muratori che perdono la vita precipitando dalle impalcature e così via. Per la prima volta in televisione si odono pronunciare parole come 'morti bianche', 'serrata', 'sciopero', 'mafia'. La novità lessicale provoca delle vere e proprie levate di scudi di politici indignati.


Escono articoli stigmatizzanti che chiedono la testa degli scellerati responsabili del programma: volano accuse di oscenità politica. In particolare riguardo uno sketch sulla mafia nel quale una donna siciliana racconta in modo apparentemente paradossale ad un giornalista il susseguirsi di ammazzamenti di sindacalisti, contadini, cronisti troppo curiosi, che a cadenza ad orologeria vengono eliminati, con esplosioni che vanno all’unisono col battere delle ore.

Il gioco satirico determina il finimondo: vengono presentate alcune interrogazioni parlamentari. Malagodi, senatore liberale, interviene alla Commissione di Vigilanza sulla Televisione del Parlamento Italiano, protestando perché: "Si insulta l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia!". Indignato prende anche la parola il cardinale di Palermo, che assicura: "In Sicilia la mafia non esiste, non è un’organizzazione criminale ma si tratta di normale criminalità estemporanea".

La coppia Fo-Rame riceve anche minacce di morte scritte col sangue e la tipica bara di legno in miniatura e minacce di sequestro ed eliminazione per il figlio Jacopo di 6 anni, che da quel momento vivrà sotto scorta della polizia.
Il successo popolare del programma è incredibile.
La direzione della RAI, sotto la pressione dei politici più reazionari che paventano un effetto di quell’informazione satirica continua, inizia a dimostrare un certo nervosismo preoccupato e, nonostante i testi siano già stati approvati mesi prima dal direttore generale Pugliesi, si decide di revisionare l’intero copione: canzoni, sketch e battute che alludano, se pur in modo blando, a fatti di cronaca e ad azioni politiche vengono drasticamente eliminati. Pugliesi viene defenestrato e al suo posto arriva Ettore Bernabei.

sopra: il biglietto di una bimba di 8 anni che chiede l'autografo e si dichiara dispiaciuta per la chiusura della trasmissione

a destra: Dario Fo, Franca Rame e Walter Chiari al dibattito pubblico dopo l`abbandono di Canzonissima. Walter Chiari ha accettato di sostituire la coppia nella conduzione della trasmissione, ma alla fine del dibattito decide di ritirarsi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Poche ore prima dell’andata in onda dell’ottava puntata, la direzione RAI comunica il taglio di tre sketch seppur già approvati dal Dott. Pugliesi. I Fo non accettano la censura. Inizia un braccio di ferro.

I Fo, propongono, durante un incontro con i dirigenti televisivi, di sospendere l’emissione per una settimana, adducendo come pretesto una malattia di Dario Fo. I dirigenti Rai sono irremovibili: “Non accettiamo.” E velatamente minacciano pure: "Persistendo nella vostra decisione di non andare in onda senza i tre sketch incriminati e interrompere il programma, rischiate di avere una denuncia per danni e anche possibile arresto. O si va in onda con i tagli o niente!".

I Fo, dopo un incontro con i loro i loro avvocati e una notte in bianco a discutere tra loro, decidono di seguire le decisioni dei legali: non accettare tagli. Comunque si presentano sul posto di lavoro, attendono in camerino del Palazzo della Fiera dove si registrava, truccati e vestiti, la decisione RAI che arriva a 15 minuti dall’inizio della trasmissione. Dopo la sigla d’apertura un’annunciatrice comunica il loro abbandono. All’uscita del Palazzo della Fiera, una gran folla di spettatori li attende. Manifestazioni e attestati di solidarietà sono espressi in centinaia e centinaia di telegrammi e lettere. (video)

La RAI tenta di sostituire la coppia ingestibile Fo e Rame con altri presentatori più disposti al compromesso, ma non riesce, poiché tutti gli attori italiani e stranieri tra i quali Yves Montand, rifiutano l’atto di crumiraggio.



Si arriva all’azione legale: nei primi due processi i giudici danno ragione alla coppia Fo-Rame e impongono alla RAI di retribuire le puntate che vengono saldate. Si giunge al terzo processo: il tribunale rimanda il tutto alla Cassazione. Quindi, c’era da aspettarselo, il tribunale superiore rovescia il decreto e dà ragione alla RAI e torto alla coppia Fo-Rame: i due attori dovranno restituire i denari ricevuti e rimborsare pure i danni subiti dall’Ente Rai.
Franca e Dario si fanno una bella risata e restituisco un bel niente. La RAI tace.

Per 16 anni la coppia sarà totalmente esclusa dai programmi radiofonici e televisivi, passassavano solo i Caroselli. Persino l’annuncio del debutto di una nuova commedia in teatro viene censurato, così come le recensioni. Neanche quando un cantante si trova a presentare una canzone in cui l’autore è Dario Fo. Morti, Rame e Fo sono morti.

disegno realizzato da Dario Fo per "Gli amici della battoneria"

1963

Per il Teatro Municipale di Modena Fo realizza un adattamento e la regia de Gli amici della battoneria, una commedia di Marcel Achard (riadattamento di Fo dal testo originale francese) con la Compagnia autonoma Ditta: Elena Cotta e Carlo Alighiero. Partecipano alla commedia anche Pia Rame e Gigi Pistilli.
La commedia verrà presentata in 14 piazze con 32 repliche registrando un incasso lordo di L. 92.620.083.

Dal 6 settembre - Milano, al Teatro Odeon va in scena la nuova commedia scritta da Fo durante l'estate: Isabella, tre caravelle e un cacciaballe (video). Questa opera satirica frutto di ricerche documentate sulla grande impresa di Cristoforo Colombo, sulle difficoltà incontrate nell'allestimento della spedizione e sui compromessi, sulle scaltrezze messe in atto dallo scopritore e di contro dalla corte di Spagna, dai consiglieri regali, spesso legati al mondo clericale locale e romano.

Si tratta dell'inizio di una vasta inchiesta storico-politica che si estenderà per lunghi anni sulla storia e sui 'dogmi' della cultura dominante e le relative lotte dei sottomessi nel tentativo di arginare la costante sopraffazione del potere. Lo spettacolo, fortemente demistificatore della 'storia scolastica' e della retorica militarista e patriottica, viene duramente contestato da destra; durante la tournèe Dario e Franca, a Roma, vengono aggrediti, all'uscita del Teatro Valle, da un gruppo di fascisti, e in altre città, come azione di disturbo, arrivano telefonate durante gli spettacoli che annunciano l'imminente scoppio di una bomba. Solo la presenza di gruppi di operai, studenti e militanti della sinistra garantisce che le rappresentazioni continuino.

Helsinki (Finlandia) viene messo in scena Chi ruba un piede è fortunato in amore dalla Compagnia del Lilla Theater con la regia di Fo, direttrice dell'equipe Vivica Bandler.

1964

4 settembre - Milano - Teatro Odeon: Settimo: ruba un po' meno! (video) Scritto per Franca, con tanto di dedica nel frontespizio, che ne è la protagonista nel ruolo di una becchina un po' stramba che per un equivoco paradossale sogna di poter vestire i panni una prostituta.

È uno spettacolo fortemente provocatorio e carico di una satira graffiante che anticipa, con una denuncia minuziosa, la corruzione italiana, trent'anni prima della rivoluzione di 'Mani Pulite'.

1965

Dopo soli tre mesi (il tempo di scrivere una nuova commedia) la compagnia debutta sempre al Teatro Odeon di Milano con La colpa è sempre del diavolo. Commedia ambientata nella Milano medioevale dei Visconti, con scene truculente di ammazzamenti contrappuntate da Sabba, con diavoli, nani diabolici e streghe. È la storia di una cialtrona, imbrogliona e fattucchiera di nome Amalassunta che finge di essere una strega per sbarcare il lunario e compie raggiri e estorsioni ai danni di contadini. Quando Amalassunta viene processata per stregoneria, per salvarsi sarà costretta a farsi indemoniare del famoso satanasso nano, Brancaleone che conquista il diritto di alloggiare nel suo corpo. Dati sulla tournèe: toccate ben 41 città d'Italia; 60 milioni di incasso con un'affluenza di circa 42.000 spettatori.

1966

Fo realizza una regia al Teatro Municipale di Modena Gli amici della battoneria di Marcel Achard (riadattamento di Fo dal francese) per la Compagnia Cornica Elena Cotta e Carlo Alighiero. Prima nazionale: 25 gennaio.

Prima pubblicazione delle opere di Dario Fo della Casa Editrice Einaudi. Il volume dal titolo Le commedie di Dario Fo comprende le seguenti commedie: Gli arcangeli non giocano a flipper, Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri, Chi ruba un piede è fortunato in amore, Isabella, tre caravelle e un cacciaballe, Settimo: ruba un po' meno, La colpa è sempre del diavolo.
La nota introduttiva è stata curata dal critico teatrale Franco Quadri.

Per Franca anno sabbatico: terminata la turnèe di La colpa è sempre del diavolo sospende l'attività di attrice per poter seguire Jacopo e le nipotine Gaia ed Enrica, che vivono con lei e Dario, nel passaggio dalla V elementare alla prima media. Tutti promossi.

La Compagnia teatrale Rajko Radojkovic mette in scena Settimo: ruba un po' meno in Slovenia.

Nanni Ricordi forma una compagnia di cantori popolari e Dario dirige l'allestimento, oltre che le scene e i costumi.

Il 26 aprile a Milano, al Teatro Manzoni; in prima nazionale, va in scena Ci ragiono e canto (n° 1°).
Lo spettacolo presenta canzoni ispirate alla tradizione popolare, in collaborazione con il Nuovo Canzoniere Italiano, su materiali raccolti e curati da Gianni Bosio, rielaborati da Fo e da Giovanna Marini. Gli interpreti (operai, studenti e quattro contadini sardi, "I Galletti di Gallura"), oltre che nel canto, si esibiscono in pantomime e azioni sceniche che sostengono il racconto musicale. Grande successo e tournèe (debutto a Torino il 16 aprile).


1967

15 settembre - Milano, Teatro Manzoni: La Signora è da buttare! (video) commedia musicale, feroce satira grottesca ambientata in un grande circo equestre dove si racconta la storia degli Stati Uniti, con guerre, stragi di mafia e ammazzamenti di Presidenti, giocato da clown, acrobati, domatori, donne cannone, danzato con il sostegno di un'orchestra in scena, cantante Oscar Prudenti. Nella commedia, insieme all'equipe di Franca e Dario, recita un'autentica compagnia di clown, i famosi Colombaioni.

A Siena Dario Fo, alla fine dello spettacolo viene caricato su una camionetta della polizia e portato in questura per non aver rispettato i tagli di censura. Tutto il pubblico presente in sala, circa mille persone si porta, con Franca, sotto il comando di polizia: dopo due ore, Dario sarà rilasciato. Tournèe.

1968

Terminata la tournèe in Italia, la Compagnia Fo-Rame porta La Signora è da buttare! a Stoccolma (Svezia) e il 24 agosto a Bruxelles al Theatre National du Belgique durante il Festival del Teatro Nazionale di Spa.
La commedia viene inoltre messa in scena in Danimarca, l'8 e il 9 maggio, dalla Compagnia Fo-Rame al Teatro "Det Kongelige" di Copenhagen.

Dopo l'invasione russa della Cecoslovacchia, Dario Fo, in solidarietà con la popolazione, rifiuta di concedere l'autorizzazione a rappresentare i suoi testi a Praga e nell'intera nazione. Blocca inoltre la messa in scena de La Signora è da buttare! e altre sue opere teatrali in Unione Sovietica per le manipolazioni censorie inaccettabili, proposte dai dirigenti culturali sovietici.

Durante l’estate, sulla spinta degli avvenimenti politici di quegli anni, Dario e Franca decidono di cambiare completamente l’impianto organizzativo e strutturale del proprio impegno teatrale. Dopo aver condotto una vasta inchiesta presso le organizzazioni operaie, le Università e nell’ambiente contadino, i due attori capocomici decidono di sciogliere la loro compagnia, rompono con l’ETI (Ente Teatrale Italiano) che aveva in mano tutti i Teatri d’Italia, ma non favoriva di certo la coppia Fo-Rame. Rinunciano ai Teatri “ufficiali” e fondano l'Associazione Nuova Scena, composta da oltre quaranta giovani tra attrici, attori e tecnici; un Collettivo teatrale indipendente che gira l'Italia presentando testi in un linguaggio e messa in scena completamente nuovi, il tutto davanti a un pubblico popolare e operaio, in locali come Case del popolo, Palazzetti dello sport, cinema, bocciodromi, piazze. L’esigenza più sentita era quella di coinvolgere una gran parte di persone che normalmente non si avvicinava al teatro, Nuova Scena propose un’alternativa: era ora che il teatro andasse da loro.
In quel contesto cambiava anche il tipo di rappresentazione, ora si portavano in scena temi che trattavano della vita quotidiana di operai, contadini e di quegli studenti che da questa classe provenivano e che avevano deciso di offrire tutto il loro sostegno.
Tutto quel pubblico, quella gente, erano i loro nuovi committenti: essi chiedevano di sentir parlare della propria storia, dei propri problemi, non certo per mero desiderio di protagonismo ma per meglio capire la realtà attraverso un’informazione possibilmente ironica e grottesca.
E' la prima volta che si organizzano spettacoli in strutture che non siano teatri. Non esitevano service che noleggiassero palchi e impianti luce e fonici e quindi Dario e Franca costruiscono un palcoscenico smontabile su due piani con torrette per i riflettori. Girano con due camion e i circoli Arci che organizzano gli spettacoli si impegnano a fornere l'aiuto di venti persone per montare e smontare il palcoscenico. I due capocomici mettono anche a disposizione del collettivo tutto il loro materiale messo insieme in venti anni di lavoro: costumi, luce e fonica.

25 ottobre - "Nuova Scena" debutta alla Casa del popolo di San Egidio (Cesena) con Grande pantomima per pupazzi piccoli e medi. La commedia traccia, attraverso numerosi marchingegni montati su una semplice pedana di legno e ferro di stampo elisabettiano d’invenzione di Fo, la storia d’Italia attraverso le sue mille avventure e soprattutto disavventure dal periodo della monarchia, del successivo referendum, fino ai giorni nostri, seguendo tutti i molteplici rapporti che il nostro paese ha avuto con la politica, la televisione… (dalla rivista “Il Cinematografo”). Lo spettacolo verrà portato anche alla Camera del lavoro di Milano e in tournèe.
Giancarlo Pajetta dopo aver assistito allo spettacolo disse a Dario: “Parla meno Fo!”

Con l’amico Jannacci Fo scrive il testo di una canzone destinata a diventare popolarissima: Vengo anch’io? No, tu no! E nello stesso anno cura per lui uno spettacolo intitolato 22 canzoni, da cui è tratto l’LP Enzo Jannacci in teatro, con numerosi pezzi scritti a quattro mani, tra i quali L’Armando, Aveva un taxi nero, Veronica, Il primo furto non si scorda mai. Un nuovo disco uscito poco dopo per l’etichetta Joker, intitolato semplicemente Enzo Jannnacci, propone altri brani scritti insieme a Fo, come La luna è una lampadina e T’ho cumprà i calsèt de seda, oltre al già citato Sei minuti all’alba.

1969

Maggio - Ci ragiono e canto viene messo in scena nel cortile della Torcitura, una fabbrica di Borgomanero a sostegno delle maestranze. Il successo cresceva al punto che "Nuova scena" decide di formare un terzo gruppo di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo oltre quello di prima attrice.

A sinistra: "L`operaio conosce 300 parole, il padrone 1000 per questo è lui il padrone"
A destra: Franca Rame in "Il telaio"

5 Novembre -Teatro della Gioventù, Genova: Franca, con la sua compagnia va in scena con due nuove commedie di Fo: L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone (video) e sotto il titolo Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso! due atti unici: Il telaio e Il funerale del padrone.

A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournèe viene pesantemente criticata e sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate.
È un momento molto duro.

Causa le critiche che queste opere teatrali muovono allo stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournée viene pesantemente sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. A Franca viene negato lo spazio alla Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare (la compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla Camera del lavoro trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito per uno spettacolo di prosa). Franca, indignata, riconsegna a Enrico Berlinguer, segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto). Berlinguer indignato a sua volta richiama all’ordine i segretari delle Case del Popolo, che rimettono in programma gli spettacoli Fo-Rame, ma non facendo pubblicità alcuna! Franca troverà buttati nei gabinetti i loro manifesti.

Nel secondo anno di attività a Milano, "Nuova Scena" non trova spazi teatrali dove agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana tramutandola in un centro teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo: Il Capannone di Via Colletta. Questo spazio viene gestito dal collettivo teatrale e dal circolo La Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti, intellettuali, che offrono un importante apporto creativo e organizzativo.

Durante l'estate Dario Fo intanto approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi, nasce così Mistero buffo. Sperimenta la 'giullarata' con letture in Case del Popolo e università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia al Teatro Ariston.

Quest'opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi secondo cui le classi sottomesse non posseggono una propria autonomia creativa, ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante.
È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione delle antologie scolastiche, soffermandosi in particolare su Rosa fresca e aulentissima, (video)uno dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti 'Soloni' delle università come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che immancabilmente affiora dalle 'giullarate'.
Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà famoso nel mondo (oltre 5000 repliche).

Nel corso degli anni Mistero Buffo si è arricchito di nuovi brani e temi tratti dalla tradizione popolare e anche da quella greco-romana antica, nonché dalla scoperta di testi in lingue primitive di tutta l’Europa, a partire da quelle d’oc e d’oil, germaniche e catalane. Questi testi sono stati raccolti e inseriti in spettacoli diversi: I Vangeli apocrifi, Fabulazzo osceno, LaBibbia dei villani, La parte del leone e I Grammelot.

 

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